Meteo invernale: nella meteorologia s’intende per “zero termico” l’altitudine ove si è realmente sottozero. Questo parametro però non dice molto su quello che ci sta “sotto”, quindi è possibile che in Pianura si stabilisca il fenomeno dell’inversione termica, ovvero un tipico fenomeno invernale, che forma il cuscinetto freddo padano.
In Val Padana, d’inverno, l’aria stagnante si raffredda progressivamente per vari fattori, e si genera un’area che a volte è più fredda dei rilievi circostanti. In questa area si sono registrate temperature minime storiche inferiori alle basse vallate alpine.
Ci sono pertanto altri due indicatori, molto utilizzati: la temperatura a 850 hPa (1500 metri circa) e la quota geopotenziale a 500 hPa (5500 metri circa). Entrambi strumenti utilissimi per conoscere il movimento delle masse d’aria, ma non ci dicono scrupolosamente quanto possa freddo fare al suolo.
Ne avete sentito parlare?
In estate è abbastanza regolare un profilo termodinamico, quindi a una certa temperatura a 850 hPa e un certo geopotenziale corrispondono valori precisi al suolo, ma in inverno questa regola non vale più.
Nella possibile fase climatica più fredda della settimana prossima, non si vedono significative anomalie in quota, ma sarà possibile l’arrivo di gelate anche prolungate, a causa delle notti sempre più lunghe e della dispersione del calore notturno.
Questo soprattutto tra la Pianura Padana, le vallate alpine e talune valli dell’Italia centrale. Ormai siamo prossimo all’inverno meteorologico, che per convenzione internazionale inizia il 1° dicembre.
Le previsioni dei super calcolatori prospettano una tendenza di inizio stagione molto variabile, con aggressive ondate di freddo verso le medie latitudini. Ad esempio, ne è in atto una nel Nord America molto intensa, ed in genere, dopo 10 giorni circa, l’onda che l’ha favorita si propaga verso l’Europa.